ricordo tuo padre caro Saverio...
...tuo fratello Vito
ricordo tuo padre, caro Saverio
che una volta, io era bambino, mandò una valigia verde “americana” , con mio
padre che tornava dal Canada, a tua madre che restava qui, in attesa.
ricordo, io non c’ero, il giorno che mi laureai, che tuo padre e mio padre
bevvero, dietro alla casa tua del paese, per fare festa.
ricordo, ma mille sarebbero i ricordi, tua madre che mi chiamava, ci chiamava,
“Saverio meo”, “Pino meo”.
ricordo Midland, e le strade del paese e canadesi, i mondiali del ‘94 e Pino, la
tua accoglienza e quella di tutti i tuoi...
ricordo il cuore che batteva quando con tua madre aspettavamo i risultati
elettorali...
Potrei scrivere un libro di ricordi e di storie, meno belle di quelle che
raccontava Pino, ma ugualmente dense...potrei passare ore e ore a rammemorare e
narrare...
Siamo noi la migliore narrazione di noi stessi. Sei tu, la tua scelta, il
migliore racconto di quello che abbiamo saputo fare.
Schegge sparsi, frammenti impensabili, danno vita a nuovi sentimenti, a nuove
storie.
Cosa si diventa, Saverio mio, soltanto un grumo di ricordi, un pugno di memorie,
un masso di rimpianti?
Forse. Ma noi siamo tutto quello che siamo stati e nessun attimo che abbiamo
vissuto andrà perduto e nessun bicchiere che abbiamo “attruzzato” smetterà di
mandare onde sonore che collegano mondi così vicini e così lontani...
Adesso leggo la lettera che Caterina, tua sorella, ti invia in occasione della
tua nomina a Presidente della Confraternita del SS. Crocefisso.
Partecipo di questa commozione, di un mondo di legami e di valori che abbiamo
ereditato e che, forse, abbiamo mantenuto.
Sono contento per te e per quanti continuano a coltivare fiori antichi, culti
dei padri in posti lontani.
Nulla, andrà perduto di quello che abbiamo fatto, fino a quando ci sarà qualcuno
avrà memoria.
Avere memoria significa anche “dimenticare” per andare avanti, guardare indietro
per avere memoria del futuro.
Il tempo passa e, forse, dobbiamo affrettarci...Forse, dobbiamo pensare al fatto
che tra una generazione o due poco resterà di questi legami, non molto potrà
essere custodito dai figli vostri e nostri che vivono un’altra epoca e un’altra
storia.
Dobbiamo parlare un linguaggio comprensibile anche a loro, evitare di
rimpiangere sempre il passato, non cedere al tentativo di imbalsamare un buon
tempo antico, che esiste soltanto nella nostra fantasia un po’ pigro.
Guardiamo vanti. Stabilite contatti. Lanciate reti e trame religiose e
culturali... Tutti insieme. Voi congregati di là e i congregati di qua. Le due
comunità debbono stringere in fretta (tramite Priori delle due Confraternite,
parroco, amministratori, club, associazioni) rapporti nuovi, che sappiano
riconoscere le voci antiche.
I canti della congrega riempiono il cuore se continuano a parlarci ancora oggi.
Ricordo, Saverio, la tua amicizia e generosità, quella dei tuoi, quella dei
tanti amici sannicolesi di Toronto, ricordo e non dimentico e penso sempre che
saremo sempre inadeguati con quanto voi riuscite a fare... Bisognerebbe
incontrarci, parlare, progettare...stabilire legami, guardare avanti, trovare le
mille ragioni che ci uniscono, anche a distanze solo apparentemente incolmabili.
Il tuo cuore e la tua intelligenza (come quelli di Saro e di Pino, di tutti i
componenti dell’Associazione che ricordo uno per uno con affetto immenso), la
forza che ti arriva dal mondo dei padri e dalle madri, dalla loro fede, dai loro
riti, sapranno guidarti lungo una via di generosità che aiuterà tutti noi...
Che dirti? Scusa la fretta e scusami anche se non ce l’ho fatta a stare “zitto”
e a rendere “pubblici” questi pensieri sparsi che nascono, come l’acqua,
improvvisi, e grazie alla notizia che arriva da Toronto.
Buon lavoro, con la speranza di vederci presto
tuo “fratello” Vito