Dal Quotidiano del 29 aprile 2009
San Nicola da Crissa – Le operazioni lungo l’ex strada statale 110. Indignati diversi cittadini
Continua il taglio di alberi
Abbattuto un esemplare di tiglio di oltre tre metri e mezzo di circonferenza
di Giovan Battista Galati
San
Nicola da Crissa
– Continua il taglio indiscriminato di alberi lungo l’antica strada borbonica
che dall’Angitola giunge a Monasterace, dopo aver attraversato il bosco Fellà in
territorio di San Nicola da Crissa e i boschi delle serre vibonesi. L’antica
strada, fino a pochi anni fa amministrata dall’Anas col nome di strada statale
110, di recente è stata trasferita alla provincia di Vibo Valentia con l’onere
della gestione e della manutenzione. Già qualche anno addietro proprio il tratto
di strada che attraversa il bosco Fellà è stato oggetto di uno scempio
ambientale per l’abbattimento indiscriminato di lecci, sugheri e quant’altro.
E’ invece di questi giorni l’abbattimento di altri alberi sani e di grandi dimensioni tra i quali un maestoso tiglio con una circonferenza di oltre tre metri e mezzo, in località “Cento Fontane” lungo il tratto di strada compreso tra l’oasi naturalistica del lago Angitola e il bosco di macchia mediterranea “Fellà”, due zone di particolare pregio ambientale e di notevole interesse naturalistico che fanno di questo speciale tratto di strada la “porta” verde che dal Tirreno conduce al mar Ionio, attraverso lunghi e suggestivi corridoi e gallerie “verdi”di diversi chilometri. La flora e la fauna di questi territori, infatti, rappresenta una inestimabile ricchezza, con un paesaggio unico del suo genere e con un ecosistema interattivo molto importante.
I grossi e imponenti alberi di tiglio, pioppi, lecci e numerose altre specie, presenti lungo questa strada, appositamente piantati negli anni trenta, ai lati della strada e per nulla pericolosi, sono stati messi a dimora dietro precise disposizioni emanate direttamente dal governo alla fine degli anni venti con l’obbiettivo di ornare, abbellire e dare frescura. Opera egregiamente portata a termine, considerato che è possibile ammirare anche oggi, dopo quasi cento anni, alcuni esemplari di tiglio, pioppo, sugheri e lecci diffusamente presenti lungo l’antica strada. I cittadini si augurano che i pochi esemplari rimasti, imponenti e maestosi, vengano tutelati e protetti dagli spregi dell’uomo.
Da molti decenni questi alberi resistono, ben radicati nel terreno, a eventi atmosferici eccezionali e a insidie di ogni genere, compresi gli incendi, come pure i lecci, i sugheri e le querce del bosco Fellà, che hanno colorito di verde il paesaggio e dato frescura a chissà quanti automobilisti e passanti. Eppure, la mano crudele dell’uomo in pochi attimi ha distrutto inesorabilmente quello che la natura ha pazientemente costruito in centinaia di anni. Molti cittadini negli anni passati avevano espresso tutta la loro indignazione dopo aver assistito al taglio indiscriminato di questi alberi ai lati della strada, oggi purtroppo lo scempio si ripete.
Sono in molti, infatti, i cittadini che hanno espresso contrarietà, preoccupazione e disapprovazione per quanto è già successo e per quanto sta accadendo. Molte anche le associazioni ambientaliste che ogni anno denunciano questo tipo scempi ambientali, ma purtroppo si parla di ambiente e di tutela del paesaggio quasi sempre a sproposito e spesso in periodo elettorale per poi dimenticare quello che dovrebbe essere considerato un bene prezioso appartenente alla collettività.
Nel vedere gli alberi abbattuti, numerosi cittadini si sono fortemente indignati, ritenendo che la decisione di abbattere indiscriminatamente e a raso gli alberi che fanno da cornice naturale alle strade è del tutto arbitraria, priva di qualsiasi sensibilità e totalmente priva di buon senso. Le istituzioni, che dovrebbero essere i primi tutori dell’ambiente naturale e delle bellezze paesaggistiche, spesso trascurano o sottovalutano questo importante problema, con colpevole indifferenza.
Precise norme di tutela, dovrebbero essere attuate dalle amministrazioni locali e, secondo il parere di molti cittadini, i soggetti incaricati al controllo del territorio e le istituzioni dovrebbero agire con il dovuto rigore. L’ambiente naturale e in particolare gli alberi, non sono una ricchezza di cui disporre a piacimento, perché sono un bene comune da tutelare, salvaguardare e preservare per le generazioni future.
Molti cittadini confidano nella sensibilità di quanti, a vario titolo, sono preposti alla tutela ambientale e alla salvaguardia del paesaggio, affinché intervengano tempestivamente e preventivamente per bloccare la distruzione del verde. Infine, si appellano alle associazioni, ai movimenti e a tutti i liberi cittadini affinché facciano capire alle istituzioni e alle autorità preposte che scempi simili non saranno più tollerati. Insomma, la Calabria che è considerata uno scrigno verde, spesso devastata da incendi e dalle avversità atmosferiche, deve difendersi anche dalle volontarie azioni distruttive dell’uomo.
Chissà quando toccherà a questi????