La Confraternita del SS. Crocifisso ricorda Giovanni Paolo II

di Domenico Teti

 

Per Giovanni Paolo II, Sommo Sacerdote della Chiesa Cattolica, si sono aperte le porte dell’eternità.

Uno dei più grandi Pontefici dell’era moderna varca le soglie del tempo per entrare nella storia della Chiesa e dell’umanità.

Non spetta certo a noi, perché non ne abbiamo gli strumenti, analizzare l’infinita ricchezza di insegnamenti che il suo lunghissimo pontificato lascia in eredità alla Chiesa. Possiamo solo constatare con ammirazione come questo uomo immenso – che aveva assunto il nome di due grandi annunciatori della Buona Novella: Giovanni, il Precursore; Paolo, l’Apostolo delle genti – abbia saputo porsi al centro del vasto areopago del mondo e far udire la voce del Vangelo in tutti gli ambiti, sociali, culturali, politici, economici, in cui l’odierna società sviluppa la sua vita.

Anche le Confraternite devono molto a questo Papa. Come dimenticare il grande giubileo della Redenzione, durante il quale Egli volle dedicare proprio ai nostri Sodalizi un’importante giornata, il 1° aprile 1984? Da quella storica giornata prese le mosse l’esperienza dei Cammini di Fraternità, le annuali riunioni che le Confraternite italiane tengono in varie città della Penisola.

Il Papa volle ancora le Confraternite a Roma nel giugno 2000, durante l’Anno Santo, per celebrare, insieme col loro Giubileo, l’apertura del Congresso Eucaristico.

Chi venera con particolare devozione il Crocifisso, poi, non può non ricordare l’esempio della profonda e tenera venerazione che Giovanni Paolo II ha sempre riservato ai Misteri della Passione del Signore. Una delle sue ultime immagini, il Venerdì Santo di quest’anno, lo consegna al nostro ricordo abbracciato all’immagine di Gesù in Croce, al quale Egli, negli ultimi anni, afflitto da sofferenze fisiche sempre più gravose, si era pienamente conformato.

Le fonti vaticane ci hanno informato che il giorno prima della sua dipartita, ricordando che era venerdì, ha voluto seguire piamente il rito della Via Crucis.

Era stato proprio davanti alla stupenda immagine del Crocifisso di San Marcello, titolare dell’Arciconfraternita romana a cui noi siamo aggregati, che il Papa aveva celebrato uno degli atti più coraggiosi e qualificanti del suo pontificato, la grande richiesta di perdono per i peccati dei cristiani, il 12 marzo 2000.

Ora crediamo fermamente che Gesù Crocifisso e Risorto abbia chiamato Giovanni Paolo II al premio dei servi fedeli. Dopo averlo accompagnato con le nostre preghiere nel doloroso passaggio dalla morte alla vita, ora ci rivolgiamo a Lui perché continui a sostenere con la sua intercessione il popolo un giorno affidato da Dio alla sua cura pastorale.